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Lavorare come hostess di eventi può essere considerata come un’attività professionale vera e propria o è un semplice lavoretto? Non è una questione di lana caprina, anche perché dalla risposta dipende l’approccio adottato tanto da chi organizza le attività delle hostess, quanto il grado di impegno delle hostess stesse.
Ovviamente, tutto ciò riguarda hostess e steward, dove con quest’ultimo termine si intendono gli individui di sesso maschile che ricoprono le stesse mansioni delle hostess.
Per rispondere alla domanda, e quindi per capire se stiamo parlando di un lavoretto o di una professione vera e propria, è bene parlare delle attività delle hostess e degli steward.
Hostess e steward vengono definiti spesso “ragazzi immagine”. Un’espressione impropria, certo gergale, ma che può aiutare a inquadrare i loro compiti. Infatti, queste figure rappresentano il brand, e sono spesso responsabili della “prima impressione” che, all’interno di fiere ed eventi, i potenziali clienti si formano.
Accolgono i partecipanti a fiere, eventi, congressi e conferenze. Fanno sì che possano usufruire in modo agile dello spazio fisico e delle attività previste. Possono presentare anche un prodotto, se ce n’è uno da presentare, piuttosto che il brand vero e proprio o le attività in svolgimento. Di norma, non persuadono e non convincono, in quanto queste attività sono appannaggio dei promoter.
Parlare delle competenze, e in particolare verificare il loro grado di specializzazione, può aiutare a comprendere se l’attività possa essere definita un lavoretto o una professione vera e propria.
Ebbene, pur non trattandosi di una competenza in senso stretto, è impossibile non citare la “bella presenza”. Sia chiaro, una hostess o uno steward non devono essere dei modelli da passerella, ma devono comunque avere un’immagine gradevole, modi garbati, un certo portamento.
Soprattutto, e qui entriamo nella questione delle competenze in senso stretto, devono essere capaci di accogliere, di relazionarsi in maniera naturale e genuina con i partecipanti, di comunicare senza timidezze e tare emotive. Nella stragrande maggioranza dei casi, devono anche padroneggiare una o più lingue straniere. La capacità di parlare l’inglese è considerata spesso una “mandatory”, viste le elevate probabilità che le fiere e gli eventi siano frequentati da persone provenienti dall’estero, o che semplicemente non conoscono l’italiano.
Inoltre, devono essere dotati di una certa abilità nel problem solving. Non si tratta di risolvere chissà quali problemi, bensì piccoli imprevisti di natura organizzativa, logistica. Lo scopo è garantire ai partecipanti il massimo comfort, nonché una efficace fruizione delle attività previste dagli organizzatori dell’evento. Imprevisti che accadono quasi sempre, e che possono essere considerati fisiologici quando si ha a che fare con una moltitudine di individui.
Insomma, lavorare come hostess di eventi, o steward, è un lavoretto o una professione? Se analizziamo la questione dal punto di vista empirico, l’ipotesi lavoretto sembra quella più realistica. D’altronde, buona parte degli hostess e degli steward è rappresenta da ragazzi universitari, spesso inferiori ai venticinque anni di età. Dunque, è lecito pensare che, per loro, sia un lavoretto, un’attività svolta per pagarsi gli studi, racimolare del denaro, guadagnare “qualcosa”.
In effetti, l’attività di hostess e steward può essere intesa in questo modo.
Ma può essere intesa anche in un modo differente, come una professione.
A suggerirlo sono le competenze che vanno messe in campo, e che abbiamo descritto nel paragrafo precedente. Esse, infatti, sono più specialistiche di quanto si possa immaginare. Di certo, non possono essere frutto dell’improvvisazione, bensì di una istruzione ad hoc, per quanto compiuta “sul posto”, e di una esperienza più o meno lunga.
Possiamo affermare, quindi, che lavorare come hostess di eventi (o steward) può essere considerato sia come un lavoretto che come una pressione.
Dipende, appunto, come viene intesa dal lavoratore stesso, nonché dagli organizzatori. Può sembrare strano ma non lo è. Anzi, buona parte delle attività professionali in genere può essere svolta sia part-time che full-time, secondo un approccio “da lavoretto” o secondo l’approccio “da professione in senso stretto”.
La questione non ruota attorno alle competenze, che non cambiano, quanto al tempo che viene dedicato all’attività, e all’importanza che lo stesso lavoratore le conferisce. Per alcuni è solo una parentesi, utile a finanziare un percorso di studi o racimolare denaro in attesa dell’accesso ad altre professioni.
Altri ne fanno un lavoro stabile, o comunque a lungo termine.
Alla luce di ciò, è importante comprendere che l’efficacia di una hostess/uno steward non dipende dalla distinzione tra lavoretto e professione. Una hostess può essere competente ed efficace anche se considera quella attività come un “riempitivo”, o come un’attività provvisoria, piuttosto che saltuaria.
La distinzione da operare è quella tra hostess competenti e hostess meno competenti. Una distinzione che è difficile fare da soli. Da qui la necessità di rivolgersi alle agenzie di hostess, che gestiscono varie hostess e le mettono a disposizione di eventi, fiere, conferenze, congressi etc. Il rischio di ritrovarsi con degli improvvisatori, se si opta per una strada differenze, è davvero elevato.
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