Attorno alla professione del promoter gravitano alcuni falsi convincimenti e pregiudizi. E’ dunque utile fare il punto della situazione a uso e consumo di chi aspira a ricoprire questo ruolo.
Lo faremo in questa guida, che si propone di esplorare tutti gli aspetti dell’attività del promoter, dalle mansioni alle competenze necessarie, dal percorso formativo al trattamento economico.
Prima di tutto è bene rispondere alla domanda: cosa fa un promoter? Che figura è? Se dovessimo individuare una definizione stringente, potremmo dire: il promoter è quel professionista che illustra le caratteristiche del brand e del prodotto, e che persuade le persone ad acquistarlo.
In realtà, è molto di più, come vedremo nel prossimo paragrafo.
In questo, chiariamo una questione che è spesso oggetto di fraintendimenti: il rapporto con hostess e steward (espressioni che indicano la stessa figura, ma declinata rispettivamente al femminile e al maschile).
Ebbene, checché ne pensano alcuni, promoter e hostess/steward non sono la stessa cosa. Le hostess e gli steward gestiscono uno stand e rappresentano con la loro immagine il brand. Sovente, se l’oggetto del contendere è un evento, assistono e guidano gli spettatori.
Il promoter fa tutto ciò, ma in aggiunta comunica e persuade. Insomma, svolge attività di marketing in senso stretto. Un tipo di marketing che punta all’interazione, alla comunicazione verbale, alla creazione di una connessione con i potenziali clienti.
Promoter, hostess e steward sono importanti nella loro diversità. Tuttavia, i promoter sono più qualificati, posseggono competenze più avanzate e svolgono attività più complesse.
Giunti a questo punto, è utile fornire una descrizione delle mansioni che, nel complesso, un promoter è chiamato a coprire. D’altronde, per capire il promoter cosa fa, è bene focalizzarsi sulle attività che svolge.
Da questa breve lista si intuiscono tutte le differenze tra la figura del promoter e quella dell’hostess/steward. Il promoter deve interpretare tutte le fasi del marketing, portando le persone “da zero a cento”. Ha a disposizione una sola possibilità, in quanto vi è sempre il rischio che il potenziale cliente perda interesse o semplicemente si stufi.
D’altronde, quello del promoter è nella maggior parte dei casi un approccio a freddo. Fanno eccezione giusto un paio di contesti, come le fiere specialistiche e a tema, che attirano per lo più persone di per sé molto interessate a un certo prodotto o servizio.
La professione del promoter attira tanti aspiranti lavoratori, uomini e donne, giovani e meno giovani. D’altronde, consente di mettere a frutto una certa attitudine lavorativa, permette di stare a contatto con le persone.
Tuttavia, non si vive di sola gloria, quindi è giusto parlare del trattamento economico. Quanto guadagna un promoter? La risposta più sintetica sarebbe: abbastanza bene. E’ evidente, però, che la paga dipenda dal grado di esperienza. E’ bene quindi operare una distinzione tra i vari livelli.
Queste stime, va detto, si scontrano con due dinamiche. Le agenzie che mettono a disposizione i promoter, e quindi i datori di lavoro, si riservano un certo margine di discrezione nella definizione della paga. Dunque, le cifre possono variare da caso a caso.
Un’altra dinamica riguarda le ore lavorate. Alcune promoter vengono assunte a giornata, altre sono inquadrate come dipendenti. Ciò incide sulle paghe effettive, nel bene e nel male.
Come si diventa promoter? Tanto per cominciare, specifichiamo che non esistono percorsi ufficiali. Non vi sono scuole, corsi universitari in grado di formare queste figure. E d’altronde stiamo parlando di una professione altamente operativa, che si impara sul campo. Dunque, l’unica soluzione è… Mettersi a lavorare. Ovvero, porsi sotto l’egida di un’agenzia di marketing operativo e apprendere tutte le competenze dai promoter di lungo corso, e che già fanno parte del team. Una dinamica, questa, che va a tutto vantaggio del lavoratore: inizia a guadagnare fin da subito, e nel mentre impara.
Ovviamente, le agenzie impongono il possesso di alcuni requisiti, ma questi si contano sulle dita di una mano e non sono affatto stringenti. Il riferimento è al possesso di un diploma di scuola media superiore, una certa attitudine naturale alla comunicazione e la bella presenza. Per inciso, per bella presenza non si intende l’avvenenza, ma la capacità di porsi bene, di risultare cordiali, di trasmettere sensazioni positive, il portamento, la capacità di vestirsi bene etc.
In questa prospettiva, è utile fornire una lista di competenze e di soft skill, che un promoter già formato (o anche in via di formazione) dovrebbe possedere.
Se la professione del promoter ti attira, rivolgiti a chi funge da collettore per i professionisti e li adopera quotidianamente. Rivolgiti a un’agenzia di marketing operativo. Rivolgiti a Hostess&Promoter.
Noi di Hostess&Promoter formiamo promoter a un ritmo costante, trasformiamo aspiranti lavoratori in professionisti affermati. Li allochiamo in attività stimolanti, che si svolgono in una vasta gamma di contesti (store, negozi, supermercati, centri commerciali, fiere, eventi etc.).
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