Questa foto è stata scattata in periodo pre Covid 19
Lo street marketing è una branca del marketing con una sua storia alle spalle, le cui dinamiche sono sfruttate da parecchi decenni (e in una forma primitiva persino da più tempo), con regole ormai ben codificate.
Soprattutto, può essere una soluzione in certi frangenti, specie quando è necessario sopperire con le idee alla mancanza di budget o, come sta accadendo in questo periodo, quando sussistono limitazioni circa le attività al chiuso.
Prima di parlare dello street marketing come soluzione anti-pandemia, è bene fare il punto su cosa si intenda realmente per street marketing.
In un certo senso, è il termine stesso a offrire la definizione più coerente, per quanto minimale. Lo street marketing è quel tipo di promozione che si pratica “su strada”, o per meglio dire all’aperto, nelle zone di pubblico transito.
Lo scopo dello street marketing è coinvolgere i passanti, creando per loro un percorso o comunque una modalità di fruizione che punti essenzialmente a due obiettivi: attirare l’attenzione “stupendo”, in modo da stimolare la formazione di un ricordo; comunicare in ogni caso un messaggio compatibile con la strategia generale.
Lo street marketing, dunque, deve essere creativo ma anche coerente con quello che, tradizionalmente, il brand esprime. Deve porsi in una condizione di continuità e compatibilità con tutte le altre azioni di marketing.
Per quanto concerne il primo aspetto – ovvero la necessità di attirare l’attenzione, coinvolgere e stupire – siamo nel campo del guerrilla marketing. Anche perché la possibilità, anzi l’obbligo di interagire con l’ambiente porge il fianco ad attività creative, inedite, di certo non convenzionali.
Ma quali sono i vantaggi specifici dello street marketing? Ecco i più evidenti.
Crea “buzz”. Lo street marketing è per definizione strano. Dunque, fa in fretta a trasformarsi in un fenomeno, in un evento. Viene spesso raccontato da chi lo vive, passa di bocca in bocca. Ovviamente, se praticato con perizia ed efficacia. Uno degli scopi è proprio questo: innescare il passaparola, che permette di raggiungere persone in automatico, senza sforzi ulteriori.
Costa relativamente poco. Lo street marketing è soprattutto una questione di idee e di creatività. La realizzazione in sé non richiede molto denaro. Dunque, può essere considerata come una soluzione low-budget.
Permette una differenziazione superiore. Se è vero che lo street marketing si basa sulle idee, allora è raro che un’attività di street marketing sia uguale ad un’altra. D’altronde, è extra-ordinario per definizione. Ciò consente di raggiungere un livello di differenziazione raro, di emergere rispetto alla concorrenza e rimanere impressi nella mente delle persone.
Questa foto è stata scattata in periodo pre Covid 19
La crisi sanitaria e, soprattutto, le restrizioni imposte per rallentare il contagio, hanno imposto alcuni cambiamenti e svariati adattamenti.
Lo street marketing appare come una risorsa sostanzialmente “pronta” e già disponibile per fare promozione e allo stesso tempo rispettare le regole di distanziamento sociale.
Lo street marketing per definizione viene praticato all’aperto, per la precisione nelle zone di transito. Un dettaglio non da poco, se si considera che le regole attualmente vigenti di fatto scoraggiano le attività al chiuso e favoriscono quelle all’aperto.
Se si considera, poi, che lo street marketing spesso non prevede nemmeno una interazione fisica tra potenziali clienti e personali, ma si basa su espedienti comunicativi capaci di coinvolgere l’ambiente circostante… Il gioco è fatto. Il riferimento, tra gli altri, è agli sticker, ma gli esempi che possono essere fatti sono numerosi.
Un altro aspetto che dimostra la validità dello street marketing soprattutto in questo periodo riguarda il budget. Molte attività sono in difficoltà per la diminuzione dei ricavi, cagionato per l’appunto dalle restrizioni. Dunque, un approccio sostanzialmente poco costoso come è lo street marketing, rappresenta una risorsa irrinunciabile.
Infine, un aspetto che viene poco considerato, ma che può essere decisivo. Le occasioni di divertimento, quando si esce di casa, sono più rare rispetto al pre-pandemia. D’altronde, stiamo ripartendo lentamente. Dunque, le persone sono ben predisposte ai diversivi, alle occasioni – magari inaspettate – di sorpresa e di divertimento. Ebbene, certo come effetto collaterale, ma lo street marketing offre anche quello. Spesso e volentieri, le azioni messe in pratica sono – in qualche modo – “divertenti”.
Questa foto è stata scattata in periodo pre Covid19
Praticare lo street marketing è più complesso di quanto ci si possa immaginare. Tre, in particolare, sono le sfide: il “cosa”, il “dove” e il “come”.
Infatti, occorre coniugare la creatività con le necessità strategiche, nonostante il rischio sostanzialmente strutturale di andare fuori tema rispetto alle necessità del brand.
Allo stesso tempo, è necessario scegliere il posto giusto, ovvero quello in cui, presumibilmente, stazionano o transitano persone affini al proprio pubblico di riferimento. (Scopri come nell’articolo di approfondimento sulla circuitazione del target)
Infine, è necessario predisporre il tutto nella maniera più corretta, in quanto è facile passare dal divertente all’imbarazzante, o all’inefficace.
Sono sfide importanti, che è impossibile affrontare da soli. E’ necessario il contributo di una realtà strutturata, che abbia esperienza in questo campo.
Una realtà come Hostess&Promoter, che si occupa di marketing operativo, anche in una prospettiva creatività. Siamo un’agenzia di promozioni instore, ma operiamo anche in outdoor, sfruttando le dinamiche dello street.
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