Era il lontano 1479 l’anno in cui apparve per la prima volta in pubblico un particolare messaggio, di quelli che oggi chiamiamo “annunci pubblicitari”: l’editore inglese W. Caxton sentì la necessità di vendere i propri libri e si ingegnò per pubblicizzare i propri manoscritti. Pochi anni dopo, nel 1460, nacque la prima “agenzia pubblicitaria”; all’epoca si trattava semplicemente di una sorta di locale adibito alla pubblicazione dei primi annunci a pagamento.
Nel 1800 nacquero i primi quotidiani contenenti le nascenti inserzioni, e i primi manifesti, dove dialogavano tra loro parole ed immagini: furono gli albori delle oggi note professioni di grafico e copywriter. Gli annunci crebbero sempre più, fino al secolo scorso, nel 1900 dove, con la nascita delle prime aziende strutturate e dei primi brand (alcuni ancora attuali), si sentì l’esigenza di comunicare con messaggi più strutturati, ragionati e creativi. Ma cosa significa “pubblicità”?
Il termine “pubblicità” deriva dalla parola “pubblico”: porta con sé il significato di rendere pubblico e noto a tutti un determinato prodotto o servizio. In poche parole vuol dire divulgare, diffondere e comunicare attraverso tutti i mezzi (media o medium) disponibili per far conoscere al pubblico un messaggio rilevante ai fini della vendita. Oltre al termine “pubblicità”, troviamo spesso la forma inglese “advertising” o quella francese “réclame”.
La comunicazione pubblicitaria si è evoluta e trasformata nel corso del tempo, seguendo progressi tecnologici, cambiamenti socio-culturali e mode del momento. Possiamo tranquillamente considerarla non solamente un messaggio di vendita, ma un elemento che ha accompagnato e accompagnerà ancora per molto tempo la vita dell’uomo, infiltrandosi nelle pieghe della quotidianità. Vediamo ora quali sono, ad oggi, le tipologie di pubblicità che esistono e che vengono continuamente utilizzate per promuovere i brand.
Con la sua crescita, la pubblicità si è evoluta e ha acquisito le più svariate forme e tipologie. Dal potere persuasivo della pura parola, si è passati alla pubblicità scritta su carta (giornali, stampa, manifesti). Con la nascita delle prime forme di tecnologia, la pubblicità si è spostata su radio, dove l’obiettivo era puramente quello di vendere attraverso l’uso strategico e persuasivo della parola, che oggi è attribuita alle doti creative del copywriter, e la televisione, scatola magica dove gli italiani – e non solo – dedicano ancora molte ore del proprio tempo. Celeberrimo in Italia è stato il Carosello, programma televisivo pubblicitario in onda dal 1957 al 1978, che consisteva in una serie di filmati seguiti da messaggi pubblicitari o promozionali, il più delle volte su prodotti fisici. Il brand Coca-Cola fu uno dei più capaci e in grado di strutturare una comunicazione emozionale e persuasiva, ed è ancora oggi la realtà mondiale che ha saputo avvicinarsi di più alle persone. Fu dagli anni ‘90 del secolo scorso che, grazie all’avvento di Internet, comparvero le prime forme di pubblicità online. Il primo fu proprio un banner pubblicitario, il quale incentivava a cliccare sul banner stesso. Grazie al web spuntano, fino ai giorni nostri, una miriade di tipologie di comunicazione pubblicitaria online: banner, sponsorizzazioni, testimonial, video promozionali, e-mail marketing, annunci sul motore di ricerca e tanto altro. La grande categorizzazione che solitamente si tende a disegnare tra gli addetti ai lavori è quella tra pubblicità online e pubblicità offline. Vediamo ora le caratteristiche di entrambe le macro-categorie.
La pubblicità online è la modalità di comunicazione con cui si fa propaganda in rete e che oggi ogni brand ricerca, proprio perché una grande fetta di pubblico è presente sui social, sui siti web, sulle piattaforme video. Sono nate, negli ultimi anni, tantissime agenzie pubblicitarie e di comunicazione integrata, proprio per assecondare le esigenze di piccoli e grandi brand, perché la domanda è molto alta. Qualsiasi strategia persuasiva che sfrutta le potenzialità della rete è considerata una strategia online. Troviamo, quindi, moltissime tipologie di advertising online, tra i quali:
– Banner pubblicitari: su siti terzi o su piattaforme web, si possono posizionare piccoli o grandi banner che occupano parte della schermata di smartphone, pc e tablet. Possono essere immagini, video o GIF animate. L’aspetto negativo di questa forma pubblicitaria sta nell’abuso: non è raro trovare siti talmente pieni di banner che viene compromessa la lettura;
– Annunci a pagamento: i motori di ricerca – come Google – danno la possibilità di posizionare tra i primi risultati della SERP (pagina dei risultati di ricerca) annunci a pagamento di prodotti e servizi di brand. Trovandosi tra le prime posizioni, gli annunci possono essere molto cliccati dagli utenti e aumentare la possibilità di chiudere la vendita;
– E-mail marketing & newsletter: sempre più utilizzate sono le mail di vendita e le newsletter. I brand, tramite azioni di marketing diretto, puntano a raccogliere i dati sensibili degli utenti. Semplici e-mail dei prospect bastano per poter inviare comunicazioni, newsletter, scontistiche tramite copy emozionanti e utilizzare lo storytelling con obiettivi ben precisi, ad esempio creare engagement;
– Sponsorizzate: il potere della viralità dei social permette di far arrivare ad un target ben definito contenuti di brand. Tramite post su Instagram, Facebook, LinkedIn o altri social, le aziende possono promuoversi sul web;
– Testimonial: anche i testimonial sono apparsi da tempo online, diventando influencer e, come dice la parola stessa, il loro obiettivo è influenzare le persone indirizzandole all’acquisto, grazie allo status ottenuto (online o offline);
– Sponsor: YouTube, Twitch o altre piattaforme di creator, all’interno dei loro contenuti video, possono inserire materiali promozionali e raccontare il prodotto, fare testing, usufruire del product placement o compiere qualsiasi altra azione di marketing non convenzionale.
Uno dei grandi vantaggi della comunicazione online è la possibilità di raccogliere i dati degli utenti, proprio perché si sfrutta la tecnologia, si raccolgono click, visualizzazioni, preferenze dei consumatori. I dati finali, elaborati e suddivisi, permettono di capire come orientare le comunicazioni future, aspetto che offline purtroppo non è (nella maggioranza dei casi) ancora possibile ottenere.
Anche con l’avvento del marketing online, la comunicazione pubblicitaria offline non è mai scomparsa. Tra le più utilizzate forme di promozione offline troviamo:
– Stampa: la stampa è uno dei primi supporti di comunicazione pubblicitaria ma inventati ed è rimasto fino ai giorni nostri. Giornali, riviste, quotidiani, manifesti, volantini, pieghevoli, sono tutte forme cartacee che contengono comunicazioni pubblicitarie e messaggi orientati alla vendita, alla persuasione e ad altri obiettivi di brand awareness;
– TV: la televisione, comparsa in Italia intorno alla metà degli anni ‘50, è ancora oggi uno dei media più seguiti dagli italiani. Programmi TV, film e documentari sono spesso interrotti da comunicazioni pubblicitarie che variano, in media, dai 5 ai 60 secondi. Anche in TV possiamo trovare product placement o sponsor all’interno di programmi, oltre ai classici spot pubblicitari;
– Radio: anche la radio è una delle più famose tecnologie che permette di inserire, tra una canzone e l’altra, messaggi promozionali per promuovere piccoli e grandi brand. In radio è fondamentale cercare di differenziarsi dalla concorrenza tramite l’utilizzo di comunicazioni e copywriting persuasivi, differenti e strategici. Grande impatto è ovviamente dovuto all’uso di parole, musica e rumori;
– Strategie di comunicazione non convenzionale: guerrilla marketing, ambient marketing e tutte le strategie non convenzionali che possiamo trovare nelle nostre città, fanno parte del grande gruppo delle strategie di comunicazione non convenzionale. Tutto ciò che è visivamente e concretamente percettibile e non rientra nel mondo del web, come strategie che sfruttano le potenzialità che offrono determinati ambienti pubblici, sono considerate pubblicità offline;
– Gadgeting: anche la distribuzione di gadget è considerata una strategia di comunicazione non convenzionale offline. Qualsiasi oggetto utile a far ritornare nella mente del potenziale cliente un particolare brand, è considerato una strategia pubblicitaria e di branding;
– Eventi: anche gli eventi dal vivo possono contenere messaggi orientati alla vendita ed essere organizzati direttamente da un brand o da uno sponsor, all’interno dei quali troviamo comunicazioni Above the Line, come roll-up, manifesti, volantini, o comunicazioni online, come schermi interattivi o strategie web, senza dimenticare attività non convenzionali.
Col tempo nasceranno sempre più comunicazioni pubblicitarie ibride, date dalla fusione di strategie online e offline, come ad esempio il QR Code, che possiamo trovare all’interno di un manifesto offline e inquadriamo con il nostro smartphone. La comunicazione persuasiva è il modo più efficace per aumentare le vendite, e Hostess & Promoter lo sa: per questo offre quotidianamente ai propri clienti strategie di comunicazione che mettono in contatto continuo brand e cliente con azioni di marketing, sia standard che creative, che permettono di far scattare la magia e lasciare un forte impatto nella mente delle persone.
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