Si fa un gran parlare di unconventional marketing. Viene presentato come la bacchetta magica, come lo strumento in grado di risolvere in un baleno i problemi di brand e aziende. Altri ancora lo considerano come un’arte oscura, difficile da padroneggiare. In realtà, l’unconventional marketing non è niente di tutto questo.
Piuttosto, è un approccio potenzialmente molto utile, in grado di spezzare la routine del marketing classico e di quello online. Non ha nulla di oscuro, anche perché è in auge ormai da una trentina d’anni e, nei limiti del possibile, è già codificato in regole e norme. Ha molto di creativo, quello sì.
Vale dunque la pena approfondire l’argomento, parlando dell’unconventional marketing, fornendo una definizione più asciutta possibile, elencando i vantaggi per brand e aziende, riportando qualche esempio. Lo faremo in questa guida esaustiva, che culminerà con un consiglio prezioso per chi vuole approcciarsi all’unconventional marketing.
Dunque, cosa si intende per unconventional marketing? In realtà, questa espressione ha un significato generale, che racchiude molte tipologie di marketing. In linea di massima, potremmo definirlo come quell’approccio che punta a utilizzare canali, luoghi e metodologie di comunicazione che vanno ben oltre il marketing realizzato con i media tradizionali e persino sul web.
Lo scopo dell’unconventional marketing è attirare l’attenzione attraverso contenuti inattesi, sorprendenti, se possibile inediti, per poi passare alla trasmissione di un messaggio. Anche tale trasmissione, ovviamente, deve essere effettuata mediante strumenti e metodologie diverse dal solito.
A queste semplici regole esistono comunque delle eccezioni. Per esempio, alcune campagne non convenzionali fanno comunque uso della televisione e del web. Rappresentano però una minima parte, anche perché questi media vengono in genere impiegati come cassa di risonanza. La verità è che lo spazio reale fornisce molti più spunti per le azioni non convenzionali.
Sulla base di ciò, possiamo individuare alcune tipologie di unconventional marketing. Ecco le più praticate.
L’unconventional marketing è una risorsa per grandi brand e aziende. Lo è in virtù dei vantaggi che reca con sé, e che spesso compensano i difetti intrinseci delle altre strategie.
Cattura l’attenzione. Lo avrete certamente capito: l’unconventional marketing stupisce per definizione, o almeno dovrebbe farlo. Gioca sul diverso, sul concetto di strano, sulla sorpresa. Non è un dettaglio di poco conto: assicurarsi l’attenzione dei consumatori è il primo passo per poterlo persuadere a compiere un’azione.
Fa parlare di sé. Proprio in virtù della sorpresa che genera in cui ne fruisce le azioni, l’unconventional marketing diventa spesso oggetto di discussione. E’ facile capire con quale frequenza chi ha assistito a un flash mob o è stato coinvolto in un’attività di guerrilla racconti la sua esperienza ad amici o parenti, condivida le sue impressioni sui social etc. Si realizza quello che è il vero sogno di ogni marketing: innescare il passaparola, il cosiddetto word on mouth. Grazie al passaparola, si ottiene visibilità gratis, senza fatica.
Favorisce l’interazione con i potenziali clienti. Come abbiamo più volte ripetuto, l’unconventional marketing prevede spesso una interazione con i potenziali clienti. Non è un dettaglio di poco conto ma, anzi, la chiave per imprimere un ricordo. In un certo senso chi fa, memorizza. Dunque, l’unconventional marketing favorisce anche la cosiddetta brand retention.
Imprime sensazioni positive nella mente dei potenziali clienti. L’unconventional marketing, se fatto bene, non si limita a lasciare un ricordo nella mente dei potenziali clienti, ma lascia un bel ricordo. Ovviamente, occorre progettare a monte, e in una prospettiva di intrattenimento, l’esperienza a cui si intende sottoporre il pubblico. In un certo senso, dunque, l’unconventional marketing favorisce la brand reputation.
Costa relativamente poco. Al netto delle autorizzazioni per l’eventuale occupazione del suolo pubblico, che sono necessarie solo in alcuni casi, l’unconventional marketing non impone l’acquisto di spazi, né offline né online. Basta solo questo per comprenderne la convenienza. Ovviamente, dipende dalle iniziative, dalle promozioni che si imbastiscono, ma la tendenza favorisce l’impiego di budget bassi.
Supera i limiti del marketing tradizionale e persino di quello online. In generale, l’unconventional marketing supera i limiti delle altre tipologie di marketing, sia di quello tradizionale che di quello online. Il riferimento è alla tendenza dei contenuti classici ad essere saltati con gli occhi, ad essere evitati. Di contro, l’unconventional marketing da un lato cattura l’attenzione per i suoi contenuti disruptive e dall’altro conta sull’effetto sorpresa.
Fin qui, la teoria. E’ ora di mettere in campo un po’ di pratica e riportare alcuni esempi di unconventional marketing fatto bene.
Coca Cola e Red Bull investono molto nel marketing tradizionale e nel marketing online ma non di rado hanno adottato un approccio meno convenzionale. Spesso e volentieri, anzi, si sono prodotti in un street marketing abbastanza “scolastico” ma comunque efficace. In buona sostanza, alcune iniziative prevedono la somministrazione di sampling gratuiti ai passanti, magari accompagnati da un visual merchandising particolare, che potesse comunicare i valori del brand.
Nel caso di Red Bull, questa tecnica ha raggiunto i più elevati livelli di raffinatezza. Il riferimento è ai tour che prevedevano la consegna gratuita delle lattine agli studenti in procinto di affrontare le lezioni. Proprio nel momento di massimo bisogno, questi avevano accesso a una bevanda energetica, che potesse “tirarli” su. In tal modo, Red Bull dimostrava la sua efficacia anche in chi manifestava scetticismo sulle bevande energetiche.
McDonald ha spesso praticato il marketing non convenzionale, puntando sulla creatività e sull’interazione con l’ambiente. In alcune metropoli, nei pressi dei punti vendita McDonald, di tanto in tanto si trovano delle particolari strisce pedonali. Il bianco cede il posto al giallo, che a sua volta cede il posto alla rappresentazione stilizzata di un involucro rosso.
Basta una rapida occhiata e ci si rende conto che quelle ritratte a terra non sono strisce ma… Patatine. Un modo simpatico, spiazzante e capace di strappare un sorriso per avvertire che a pochi passi vi è un McDonald. Di certo, più efficace del classico cartello.
Qualche anno fa Nike ha organizzato un’iniziativa particolare. Nello specifico, ha letteralmente smontato la seduta di alcune panchine e ha impresso nel sedile il suo luogo, con tanto di scritta “Run”. Un modo, questo, per esprimere uno dei valori più cari alla multinazionale americana: l’incentivo a fare sport.
Un modo spiazzante, sorprendente, che crea una sensazione di fuori posto quasi estrema. Insomma, siamo nel campo della guerrilla più pura.
Nivea qualche tempo fa ha organizzato una installazione suggestiva: un divano che riprende i colori del brand e dalla texture… Strana. Metà divano è liscia, metà divano è imbottita. Lo scopo era attirare l’attenzione verso un nuovo prodotto cosmetico finalizzato a ridurre la cellulite. L’iniziativa ha funzionato in quanto ha saputo comunicare, allorché mediante metafora, il senso del prodotto, trasformando un elemento di arredo nella rappresentazione plastica di un “prima” e un “dopo”.
Come ci si aspetterebbe da una buona iniziativa di marketing convenzionale, poi, ha fatto parlare parecchio di sé, venendo ripresa dai media ma anche dai semplici utenti che ne hanno condiviso le foto sui social.
In maniera del tutto simile a quanto fatto McDonald con le strisce pedonali, KitKat ha trasformato un elemento dell’arredo urbano in una rappresentazione del prodotto. In questo caso, ha avuto gioco relativamente facile nel trasformare le doghe di una panchina nella barretta di cioccolato, colorando allo stesso tempo di rosso la parte laterale, a mimare la confezione.
Scopi e dinamiche sono sempre gli stessi: stimolare la brand retention attraverso un’immagine sorprendente, che non può essere ignorata. Ad agire tra le righe, l’inevitabile processo del passaparola e della condivisione spontanea da parte degli utenti e dei media.
Un altro esempio molto carino e soprattutto efficace è quello che vede come protagonista un film di Superman, un ascensore… E la prospettiva. Le persone si sono ritrovate davanti un ascensore particolare, in cui erano disegnate delle mani, quasi a tenere chiuse le porte. Quando l’ascensore si apriva, ecco apparire nella parete posteriore il celebre simbolo della S in campo azzurro. L’effetto era suggestivo, e mimava il momento del passaggio da Clark Kent a Superman.
Non c’è che dire: un gioco di prospettive che ha calamitato l’attenzione dei passanti, ha destato sorpresa, ha strappato un sorriso e stimolato parecchie condivisione.
Un altro esempio efficace è quello che ha come protagonista VISA. In corrispondenza dei binari veniva proiettata l’immagine di una mano con una carta VISA, cristallizzata nel celebre movimento della “strisciata”. L’immagine rimane ovviamente ferma mentre i vagoni sfrecciavano verso tutte le stazioni. Il messaggio era chiaro: VISA viene accettata ovunque e, per di più, è semplice e rapida da utilizzare.
Una trovata decisamente a basso costo (si trattava di utilizzare un banale proiettore) ma che ha raggiunto direttamente svariate milioni di persone, sfruttando un punto ad altissima affluenza. Anche in questo caso, si sono apprezzate le classiche dinamiche del passaparola e della condivisione spontanea.
Suscita un po’ di impressione ma è destinata ad essere ricordata a lungo l’iniziativa di una compagnia assicurativa americana che ha addobbato le pareti posteriori delle piste da bowling con dei volti. Ecco che il foro dei birilli diventava una bocca, e i birilli stessi diventavano… I denti. Lo scopo era promuovere una polizza assicurativa riguardante gli impianti dentali. Beh… Proprio quello che serve a chi riceve una palla da bowling in bocca!
L’iniziativa si è rivelata efficace e d’impatto in quanto era impossibile, per i giocatori, non figurarsi le conseguenze del loro comportamento: in un gioco di neuroni specchio, avevano realmente la sensazione di distruggere un paio di denti a colpi di palla da bowling!
Ha sfruttato gli elementi dell’arredo urbano anche Caribou Coffee, che di recente ha addobbato le pareti di una fermata dell’autobus a mo’ di griglia per la cottura dei panini. Un’alternativa sorprendente, divertente ed eye-catching al classico cartellone pubblicitario. Certamente, molti si saranno fatti scattare una foto all’interno della fermata, quasi a figurare come dei panini in via di cottura.
Pensate un po: quanto avrà speso Caribou Coffee per questa iniziativa? Un po’ di più del classico cartellone pubblicitario, ma parecchio meno di uno spot televisivo e persino di una advertising web su larga scala. Il tutto, raggiungendo tantissime persone nell’arco di poco tempo, sfruttando un punto ad elevata affluenza.
Chiudiamo questa carrellata di esempi con una iniziativa decisamente a basso costo, ovvero qualle per promuovere il nuovo film su IT: un palloncino legato a un tombino, e una scritta che recita “è più vicino di quanto pensi, il film su IT nei cinema a Settembre”.
L’idea è rappresentare dal vivo una delle scene iconiche del film, e che colpisce l’immaginario più intimo. Tra l’altro, il copy appare in linea con gli obiettivi ed efficaci, in quanto comunica esattamente l’informazione più necessaria, agganciandosi al “visual”, che è dato dal palloncino e dal contesto in cui è fissato: il film sta per uscire. Beh, molto meglio di un trailer spammato a casaccio.
L’unconventional marketing è alla portata di tutti. Le barriere all’entrata infatti sono molto basse, quelle economiche almeno. E’ necessario comunque conoscere le dinamiche degli approcci non convenzionali, riuscire a trovare la quadra tra espressione creativa e aderenza agli obiettivi. Una quadra non facile, e che spesso può sfociare in azioni inefficaci o troppo weird.
Il consiglio più importante da seguire è di non fare da sé, se non si posseggono le competenze più adegiate. Improvvisarsi unconventional significa dotarsi di un’arma a doppio taglio, in cui al taglio della creatività si accompagna il taglio del ridicolo.
Come fare dunque? Ovviamente, rivolgendosi a gente esperta, alle agenzie di marketing. Paradossalmente, è meglio puntare sulle agenzie di marketing operativo, ma in possesso di competenze unconventional. Questi “ibridi”, infatti, mantengono per definizione una certa aderenza al reale, all’obiettivo ultimo, che è quello di vendere.
Noi di Hostess&Promoter facciamo parte di questa categoria. Siamo un’agenzia di marketing operativo, ma che opera anche in ambito strategico. Da molto tempo organizziamo e soprattutto realizziamo campagne unconventional, tanto per grandi attività quanto per quelle piccole.
Offriamo competenze, know-how e una schiera di professionisti in grado di progettare ed eseguire eccellenti campagne unconventional.
Dunque, se anche tu stai pensando di abbracciare il “non convenzionale”, che aspetti? Contattaci.
"*" indica i campi obbligatori
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
AC AGENZIA SERVIZI SRL
P.I. 11284270961
Tel. 339 4192125
MILANO
Via Libero Temolo, 4 20126
FIRENZE
Via Pietro Fanfani, 2/D, 50127
info@hostess-promoter.com
Vuoi lavorare come
Hostess o promoter?
Iscriviti oggi e riceverai le nostre
proposte di lavoro.
LEGGI LE FAQ
Hostess & Promoter ® 2007 - 2022, AC Agenzia Servizi SRL | P.I 11284270961 | SDI 5RUO82D | Tutti i diritti riservati |